La scomparsa progressiva dei ghiacciai è una realtà che si fa sempre più concreta e preoccupante, con conseguenze significative non solo per l’ambiente naturale ma anche per le comunità che da essi dipendono. Secondo un recente rapporto della Commissione glaciologica della Società degli Alpinisti Tridentini (Sat), l’ultimo anno ha visto una perdita di circa 65 ettari di ghiaccio nei principali ghiacciai del Trentino, equivalente a 90 campi da calcio. Questa drastica riduzione riflette una tendenza preoccupante verso un arretramento sempre più veloce e incontrollato dei ghiacciai, alimentato da una combinazione di diminuzione della copertura nevosa invernale e accelerazione della fusione estiva.
La situazione richiede un’azione immediata e decisiva. Cristian Ferrari, presidente della Commissione glaciologica, mette in evidenza come, nonostante un leggero rallentamento rispetto all’anno precedente, l’arretramento dei ghiacciai rimanga significativamente elevato rispetto alle serie storiche. La perdita di un fronte di ghiacciaio di 100 o 200 metri non è solo un dato statistico, ma una trasformazione concreta del paesaggio montano che implica serie conseguenze per l’ecosistema e le strutture circostanti.
Il rapporto Sat fornisce dati allarmanti, evidenziando come anche i ghiacciai più estesi stiano subendo un declino rapido. Ad esempio, il ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone e quelli del Lares hanno visto una riduzione significativa della loro estensione in un solo anno. Questi cambiamenti non sono isolati ma rappresentano una tendenza globale che mette a rischio l’esistenza stessa dei ghiacciai nel prossimo futuro.
Ferrari avverte che, senza un’immediata cessazione delle emissioni di gas serra, potrebbero essere necessari almeno trent’anni per invertire questa tendenza devastante. Anche in questo scenario ottimistico, il tempo necessario per un recupero significativo sottolinea l’urgenza di azioni concrete a livello globale per ridurre drasticamente le emissioni.
I ghiacciai più piccoli sono i primi a mostrare i segni di questo inarrestabile declino, fratturandosi e perdendo volume a un ritmo allarmante. Tuttavia, anche i ghiacciai più grandi, come quelli della Marmolada e della Presenella, non sono immuni, avendo subito riduzioni significative della loro superficie negli ultimi dieci anni.
Queste perdite non solo segnalano un allarme ecologico ma incidono anche sul bilancio idrico delle regioni montane, con potenziali ripercussioni sulle risorse idriche disponibili. Sebbene il Trentino possa contare su altre fonti idriche, come fenomeni carsici e precipitazioni, la diminuzione dei ghiacciai potrebbe avere effetti profondi, soprattutto in anni caratterizzati da scarse precipitazioni.
Il monito lanciato dalla Commissione glaciologica del Sat sottolinea l’importanza di un impegno collettivo e di politiche ambientali mirate per combattere il cambiamento climatico e salvaguardare i ghiacciai, preziosi indicatori della salute del nostro pianeta. La lotta contro il riscaldamento globale è una sfida che richiede l’azione coordinata di tutti i paesi e un cambiamento significativo nelle nostre abitudini di consumo e produzione energetica.