Liberarsi dalla “paura di essere tagliati fuori”: il turismo di massa e le sue conseguenze

L’insofferenza verso il turismo di massa non è una novità, ma quest’estate sembra essere particolarmente acuta. L’overtourism, ovvero il sovraffollamento di alcune località in determinati periodi dell’anno, crea disagi sia per i residenti sia per i turisti stessi. Prima del turismo di massa, viaggiare era un’esperienza più intima e autentica, come dimostrano le passeggiate romane descritte da Stendhal.

Oggi, il fenomeno dell’overtourism è alimentato dalla FOMO (Fear of Missing Out), la paura di perdersi qualcosa di imperdibile. Questa ansia ci spinge a visitare luoghi iconici, spesso guidati dagli algoritmi dei social media piuttosto che dai nostri desideri personali. Questo comportamento ha portato molte città a prendere misure drastiche per gestire l’afflusso turistico, come il ticket d’ingresso a Venezia o l’uso di droni in Grecia per liberare le spiagge occupate abusivamente.

Il turismo di massa ha anche conseguenze economiche e sociali. Il carovita e la difficoltà di accesso agli alloggi sono problemi aggravati dalla diffusione degli affitti brevi, che rendono difficile per i residenti acquistare una casa nella propria città. Inoltre, i servizi locali vengono spesso modulati per i turisti, facendo lievitare i prezzi e diminuendo la qualità della vita per gli abitanti.

La soluzione? Riappropriarsi del proprio gusto e desiderio, evitando di seguire ciecamente le tendenze dettate dagli algoritmi. Esplorare con una mente aperta e senza piani prestabiliti può rivelare esperienze più autentiche e soddisfacenti. In un’epoca in cui viaggiare è diventato accessibile a molti, è importante ricordare che l’essenza del viaggio risiede nella scoperta e nel piacere personale, piuttosto che nel semplice spuntare di luoghi iconici da una lista predefinita.