Città costiere a rischio: l’innalzamento del livello del mare e le sue conseguenze

Mentre i leader mondiali si riuniscono a Dubai per la Cop28, il vertice annuale delle Nazioni Unite sul clima, un nuovo studio rivela una realtà allarmante: molte città che hanno ospitato i vertici precedenti potrebbero essere inondate o completamente sommerse a causa dell’innalzamento del livello del mare. Questo fenomeno è una diretta conseguenza dell’aumento dell’inquinamento che riscalda il pianeta, causando gravi siccità, inondazioni mortali e un rapido scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci in tutto il mondo.

Lo studio, condotto da Climate Central, un gruppo di ricerca sul clima senza scopo di lucro, evidenzia i rischi che corriamo se non riusciamo a fermare la tendenza al riscaldamento globale. Attualmente, il mondo è sulla strada per riscaldarsi fino a 2,9 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, una prospettiva che potrebbe trasformare drasticamente il nostro futuro con alte maree e inondazioni.

Benjamin Strauss, capo scienziato e CEO di Climate Central, sottolinea che le decisioni prese alla COP28 avranno un impatto significativo sul futuro a lungo termine delle città costiere, inclusa Dubai. Gli scienziati del clima hanno riferito che il mondo è già circa 1,2 gradi Celsius più caldo rispetto ai livelli preindustriali e si avvicina rapidamente alla soglia critica di 1,5 gradi di riscaldamento, oltre la quale gli esseri umani e gli ecosistemi faranno fatica ad adattarsi.

Nel 2015, alla Cop21 di Parigi, più di 190 Paesi avevano approvato un accordo per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius, preferibilmente a 1,5 gradi. Tuttavia, l’attuale corsa del mondo verso i 2,9 gradi potrebbe rendere la vita impossibile per le comunità costiere, i paesi a bassa quota e i piccoli stati insulari di tutto il mondo.

Il 2023 è già destinato a essere l’anno più caldo mai registrato, con temperature globali e oceaniche che raggiungono livelli record. Queste temperature stanno causando lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali a ritmi allarmanti, aggiungendo una quantità significativa di acqua agli oceani della Terra. Anche l’Antartide sta assistendo a eventi di fusione senza precedenti, con alcune grandi calotte glaciali che si sciolgono in modo potenzialmente irreversibile.

Circa 385 milioni di persone vivono attualmente in aree che saranno inondate dall’acqua dell’oceano con l’alta marea, anche se l’inquinamento che riscalda il pianeta verrà drasticamente ridotto. Se limitiamo il riscaldamento a 1,5 gradi, l’innalzamento del livello del mare colpirebbe ancora le terre abitate oggi da 510 milioni di persone. Ma se il pianeta supera i 3 gradi, l’acqua potrebbe invadere la terra dove vivono più di 800 milioni di persone.

Alla Cop28, i leader mondiali hanno discusso di come ridurre i combustibili fossili che riscaldano il pianeta per prevenire la crescente probabilità di un “futuro sottomarino”. La finestra per ridurre drasticamente l’inquinamento climatico si sta rapidamente chiudendo, e con ogni frazione di grado di riscaldamento, le conseguenze del cambiamento climatico peggiorano. Questa situazione richiede un’azione immediata e decisiva per proteggere il nostro pianeta e le sue comunità costiere.